Intervista a Sheeva

Simona Pallotta, in arte Sheeva, è una danzatrice eclettica che spazia con agilità dalla danza al canto, oltre ad essere una bravissima designer di costumi per la danza e non. Amante delle contaminazioni, le piace raccontare storie e interpretare personaggi. Particolare ad esempio la sua performance sulla Dea Kali, dove risultano molto accurati anche il trucco parrucco e ovviamente l’abbigliamento.
Come ti sei avvicinata a questa danza e cultura?
 Sono stata attratta dalle danze orientali fin da piccola, ma negli anni ’80, la danza orientale nelle Marche non esisteva. A consentirmi il primo approccio con la danza orientale è stata la crisi economica cominciata nel 2008. Sono rimasta senza lavoro ed io, che sono una persona che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, mi son detta che quella era una fantastica opportunità per dedicare tempo alle mie passioni, così, nel 2010, a 35 anni, ho messo piede per la prima volta in vita mia in una scuola di danza, dopodiché sono stata travolta dagli eventi.
 Quali obiettivi stai perseguendo attualmente?
 Il mio obiettivo principale è sempre stato dare libero sfogo a ciò che la mia mente partorisce, possibilmente condividendo tutto ciò con qualcuno, perché senza condivisione tutto perde di significato per me.
Quali prospettive o sogni hai per il futuro?
Per il futuro vorrei riuscire a completarmi con l’approfondimento di altre discipline che mi consentano di contaminare la danza con altre sfaccettature della mia personalità, cosa che già faccio ma in maniera superficiale. Inoltre vorrei arricchirmi con l’esperienza del viaggio. La danza che possa portarmi a visitare nuovi luoghi e conoscere altre culture. Un sogno che prima o poi realizzerò…